STORIA
Viene sviluppato il progetto dell’asse autostradale Caserta – Benevento, con una bretella di collegamento alla variante di Caserta e alla tangenziale di Benevento. L’itinerario studiato prevedeva la realizzazione di un’infrastruttura autostradale (tipo A) dalla lunghezza complessiva di 45 km per un costo di 1,3 Miliardi di €. Nel corso del processo di Valutazione di Impatto Ambientale, sui tre tracciati alternativi proposti, emerge parere positivo su un quarto tracciato, detto “Pedemontano”. Quest’ultimo si caratterizza per un numero maggiore di gallerie e viadotti, elementi che hanno contribuito all’incremento della previsione di spesa fino a superare i 1,8 Miliardi di €. L’incremento dei costi porta il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a sospendere l’iter di approvazione.
Viene approvato il Contratto di Programma 2016-2020 (documento di pianificazione degli investimenti in infrastrutture pubbliche) sottoscritto tra Anas S.p.A. e il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Nel documento viene inserito un piano di collegamento dell’area delle “Forche Caudine” con il Corridoio Tirrenico, menzionando un nuovo collegamento dell’area San Felice a Cancello – Paolisi con la Autostrada Milano Napoli – A1, con caratteristiche di strada tipo C1 che prevede una corsia per senso di marcia. Per il progetto è prevista una spesa molto più ridotta rispetto all’itinerario bloccato del 2006: le risorse disponibili ammontano a 140 milioni di €, programmati ma non finanziati.
L’Anas S.p.A. comunica alla Regione Campania le nuove indicazioni riportate nel Contratto di Programma.
La Regione Campania esprime all’Anas S.p.A. la necessità di realizzare l’intero itinerario – dunque fino a Benevento – integrandolo con i due interventi sulla tangenziale di Benevento e la Variante di Caserta. L’opera, quindi, prevederebbe un primo lotto di collegamento dalla zona dell’interporto nell’area di Maddaloni fino a Paolisi/Rotondi, in linea con il Contratto di Programma, e un secondo lotto fino al Raccordo di Benevento da inserire nel prossimo contratto di programma.
Viene redatto il Progetto di fattibilità tecnica ed economica (Pfte) del primo lotto, nel quale vengono recuperati ed esaminati gli studi svolti nel biennio 2004-2006. Nello stesso anno, Anas S.p.A. richiede con nota ufficiale alla Regione Campania il rilascio della deroga al dibattito pubblico ed avvia l’Istanza di Verifica Preventiva dell’interesse Archeologico (art.25 del D.Lgs. 50/2016) alle competenti Soprintendenze. Inoltre, richiede l’espressione di parere al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ai sensi del combinato disposto dell’art 215 del D.Lgs 30/2016 e del D.M. 467/2020 che prevede l’espressione del parere obbligatorio del Consiglio sul PFTE.
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici richiede alcune integrazioni al progetto e successivamente restituisce il progetto richiedendo l’approfondimento di alcuni aspetti. Anche la deroga al dibattito pubblico non viene accordata, il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica (Pfte) viene così rielaborato secondo le indicazioni ricevute e Anas S.p.A. decide di avviare il dibattito pubblico.
ITER PROGETTUALE
Una volta concluso il dibattito pubblico, Anas S.p.A. valuterà le proposte emerse nel corso del dibattito stesso e procederà ad aggiornare il Progetto di Fattibilità Tecnico Economico.
Successivamente il progetto sarà sottoposto:
- alla procedura di valutazione da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per l’acquisizione del necessario parere (ai sensi dell’art. 215 del DLgs 50/2016);
- alla conclusione della Verifica Preventiva dell’Interesse Archeologico (ai sensi dell’art. 25 del DLgs 50/2016 presso la Soprintendenza Archeologica delle provincie di Caserta e Benevento;
- alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (ai sensi dell’art. 23 DLgs 152/2006 Testo unico ambientale), con il coinvolgimento del Ministero della Cultura e della Regione Campania;
- Si chiederà l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio (ai sensi dell’art. 10 del DPR 3 giugno 2001, n. 327) che potrebbe richiedere delle varianti degli strumenti urbanistici vigenti o adottati;
- allo svolgimento della Conferenza di Servizi decisoria per la localizzazione dell’opera pubblica di interesse statale (ai sensi del DPR 18 aprile 1994, n. 383);
- alla procedura di appalto dei lavori, come previsto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici D.Lgs. 36/2023.